Il posizionamento organico (ovvero nei risultati NON a pagamento dei motori di ricerca) è fondamentale per un’azienda per raggiungere potenziali clienti e trasformare così la propria presenza online in successo.
Il 72% degli italiani (dati Digital 2023 Global Overview Report) trascorre il proprio tempo online per un motivo principale: ricercare informazioni. E lo fa, tendenzialmente, di fretta.
Questo vuol dire che il tempo a disposizione per ogni singola ricerca è poco e gli utenti non sono disposti ad aspettare per ottenere le informazioni che stanno cercando.
A Googleplex sono ben consapevoli di quanto sia cruciale la velocità di risposta e, proprio per soddisfare al meglio le richieste degli utenti, perfezionano continuamente l’algoritmo attraverso il quale decidere quali siti premiare con le prime posizioni.
L’algoritmo, neanche a dirlo, è segretissimo, ma negli ultimi tempi Google ha deciso di rendere pubblici alcuni parametri fondamentali che influiscono sull’algoritmo e sul calcolo del ranking di posizionamento: i Core Web Vitals, ovvero parametri che definiscono la qualità dell’esperienza di navigazione dell’utente.
I Web Vitals sono parametri standard per misurare la qualità dell’esperienza di navigazione di un utente su un sito web.
Tra questi, Google ne ha individuati 3 considerati core, ovvero fondamentali per garantire un’esperienza di qualità e consistono in metriche e indicatori legati alla velocità, al tempo di risposta e alla stabilità del layout di un sito web:
Vediamoli insieme nel dettaglio!
LCP è l’acronimo di Largest Contentful Paint, ovvero il Caricamento dell’Elemento Principale, e misura la velocità di caricamento percepita dall’utente, prendendo come punto di riferimento l’elemento più grande presente all’interno della pagina (immagine, video, blocco di testo).
L’LCP non si basa sui tempi di download dell’elemento più grande in assoluto ma sui tempi di rendering dell’elemento più grande above the fold. Vengono cioè conteggiati solo gli elementi che compaiono nella schermata di atterraggio in pagina dell’utente, senza che abbia effettuato alcun scroll.
Secondo le linee guida fornite da Google, il tempo di caricamento ottimale è minore di 2,5 secondi, accettabile entro i 4 secondi, pessimo oltre.
Il First Input Delay è il tempo trascorso tra la prima interazione di un utente con una pagina del sito (clic su un link, tocco di un pulsante, fruizione di un controllo personalizzato basato su Javascript) e il momento in cui il browser risponde effettivamente a quell’interazione.
Le tempistiche migliori sono stimate entro i 100 millisecondi, perché periodi lunghi di reazione fanno pensare a un malfunzionamento e influiscono negativamente sull’interesse delle persone.
Per Cumulative Layout Shift s’intende la Stabilità Visiva di Caricamento ed è, tra i 3, il parametro più articolato da misurare.
Calcola infatti ogni cambiamento di posizione di un elemento visibile all’interno di un frame, ovvero somma i singoli movimenti di layout per ogni spostamento imprevisto presente nella pagina.
A un punteggio CLS più basso corrisponde quindi una stabilità maggiore e una navigazione più scorrevole. Questo indicatore, secondo le linee stilate da Google, dovrebbe dunque essere inferiore a 0,1 per garantire una buona user experience.
Per maggiori informazioni sui Core Web Vitals: https://web.dev/vitals